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Malta, quarto giorno…relax e fuochi d’artificio!

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Il quarto giorno fu la febbre.
Così per non strafare, non volendo io lasciare Marco solo, e non volendo lui costringerci entrambi in camera, ci appostiamo sulle panchine degli Hastings Garden, un parco pubblico immerso all’ombra di pini altissimi e la cui cinta è disegnata dai bastioni di St.Micheal e St. John.
Un piccolo angolo appartato di Valletta, che potrebbe essere confuso con l’ordinato parco di una città qualunque, tanto è il senso di familiarità intima che emana. Se non fosse poi per la maestosità e la perfezione dei bastioni, che ricordano grandezza e orgogliosa forza di questa capitale nel suo periodo più splendente.
E se non fosse poi per le strette viuzze, orlate di balconi colorati, che dalla parte opposta scoscendono graziose verso mare.
E tuffandosi in una piccola lunetta d’azzurro sempre ti ricordano di essere su un’isola.
Hastings Garden Valletta

Hastings Gardens VallettaSiamo arrivati, se non sbaglio, al quarto punto forte dell’essere in vacanza. Siamo arrivati all’ozio.
Siamo arrivati al riposo, al dolce nulla fare, al prendersi il tempo sacrosanto di sdraiarsi su una panchina, e godere del sole.
Lasciamo correr via la mattinata così, con il cinguettio degli uccelli e il sorriso di un ragazzo gentile, il rumore ritmato della saggina con cui spazza via gli aghi di pino dall’acciottolato del parco. Insieme alle stanchezze accumulate nei mesi, insieme alle tensioni e alla spossatezza, di Marco, che dorme sdraiato e stempera la febbre nel sonno, come un bambino.

Riprendiamo, sul tardi, l’esplorazione di questa piccola scacchiera di vicoli e angoli da scoprire, scendiamo e risaliamo.
Incontriamo un San Michele messo all’angolo, che a un Pater Noster, un’Ave Maria e un Gloria, offre in cambio quindici giorni di indulgenza.
Ritorniamo verso il fulcro della città, che attira anche il più timido turista come un magnete misterioso, e scegliamo un piccolo ristorante piuttosto centrale, con i tavolini all’aperto. Un qualcosa di estremamente colorito e vivace.
Ci sediamo nel grazioso dehor, la cui grazia è coronata, come in un quadro, da una giovanissima cameriera di una bellezza rara, straordinaria. La lunga treccia castana, un viso dai tratti delicati e un corpo esile. Una rara timidezza e altrettanto rara cordialità, quasi una devozione nel servirci.
La cucina, di questo ristorante, rincorre la bellezza dell’atmosfera con ottimi risultati. Un coniglio in umido, delizioso, sarà il mio pranzo. Il piatto tipico di Malta, cotto nel vino rosso, ricoperto di spezie e piselli.

La Pira Ristorante Valletta Coniglio piatto tipico Malta

Molti italiani non lo sanno, ma al nostro paese appartengono i migliori artificieri al mondo.
Molti riminesi non lo sanno, ma nella città di Rimini vivono i più grandi artificieri al mondo.
È proprio

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stasera che l’International Firework Festival verrà chiuso proprio da nostri connazionali, riminesi, con uno spettacolo pirotecnico sul Grand Harbour.
Grand Harbour è un porto naturale che fiancheggia Valletta, meraviglioso, con Vittoriosa, Sanglea e Cospicua che rinfacciano la capitale rimbalzandone la bellezza.
Passeremo la giornata in attesa di questo spettacolo, senza stancarci troppo, con una calma dalle capacità terapeutiche.
Alle 22 inizierà la festa, uno show pirotecnico delle più grandi occasioni. Lunghissimo, mozzafiato, in uno scenario che allo stesso modo dello spettacolo difficilmente può essere raccontato.
Grand Harbour illuminato a giorno dei mille colori di questi fuochi magici e brillanti.
Prendete aria nei vostri polmoni, fermate per un attimo la vostra lettura, e immaginate.


Photo by Blog di Malta

I profili dei palazzi, delle chiese, delle mille cupole di Vittoriosa, Cospicua e Senglea, e i loro dorsi che riflettono una luce magica, incantata.
L’acqua del porto come un prato, sul cui tappeto i riflessi delle luci danzano un ballo divertito.
Immagino per un attimo di vederlo da sotto, immersa nell’acqua, dove non arrivano suoni, dove tutto deve apparire come uno spettacolo muto.
Quassù, invece, il ritmo è cadenzato dai fischi, che si allungano in cielo ed esplodono.
I fischi come ragazzi sfrontati che cercano attenzione. Dai botti preannunciati che ti strappano però sempre un sussulto. Da lunghi mormorii di stupore, quasi sospirati, in coro, dalla moltitudine assorta tra i colori.
Piroette e spirali bianche che scapicollano verso il punto più alto del cielo. Fontane arancioni che piovono in piccole punte blu. Verdi, rosse e variopinte. Una riffa di colori che non ti aspetti.
E per quel breve istante, per quella manciata di secondi in cui quel fuoco brucia davanti ai tuoi occhi, quegli stessi occhi si tingono di quel bianco, di quell’arancio e quel blu.
Tutti con il mento alzato, con i colli indolenziti. Migliaia e migliaia di persone che si riempiono gli occhi di colore, e tutti insieme, con voci di stupore, sospirano in coro un unico e meravigliato Oooooooh


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